La Cena di Gala in occasione dei 40 anni dell’Associazione Le Soste

Lunedì 30 maggio ’22, presso l’Hotel Gallia di Milano si è tenuta la Cena di Gala in occasione dei 40 anni dell’Associazione Le Soste. Un importante traguardo raggiunto grazie alla costanza e alla dedizione verso l’alta cucina che ognuno dei soci incentiva e alimenta quotidianamente in ciascuna delle sue attività.
Come da tradizione, sono stati consegnati i Premi Le Soste: 7, conferiti in collaborazione tra Le Soste e Aziende e Associazioni partner per valorizzare personalità o realtà imprenditoriali che si sono distinte nel panorama food&wine di eccellenza.

Premio Franco Colombani a Valentina Bertini;
Premio Franco Ziliani – Le Soste all’Innovazione a Riccardo Camanini del ristorante Lido 84;
Premio Le Soste per la Tutela del Patrimonio del Gusto a Gaetano e Alessandra Martini del ristorante Il Cigno Trattoria dei Martini.
Premio Le Soste Ospitalità di Sala a Alberto Santini del ristorante dal Pescatore Santini;
Premio Le Soste alla Formazione a Davide Oldani del ristorante D’O;
Premio alla migliore selezione di Champagne a Ristorante La Madia;
Premio Best Wine Estates of Italy a Tenuta Scrafana

A questi, si è aggiunto il nuovo Premio Le Soste Milano, istituito dall’Associazione Le Soste, SogeMi e il Comune di Milano e conferito a Carlo Petrini per la divulgazione, ossia per aver contribuito alla nascita di realtà come Slow Food, che partecipa alla creazione di una cultura a difesa degli agricoltori; ad Angelo Gaja per la produzione, ossia per essere uno dei pionieri del successo mondiale di molti vitigni italiani e per aver concesso alla regione Piemonte di entrare nel mercato internazionale del vino di lusso; infine ad Antonio Santini per la ristorazione, ossia per essere il padre indiscusso del servizio italiano e per aver portato il suo ristorante a essere un punto di riferimento nel mondo per l’alta cucina.

Importante e molto interessante la riflessione sollevata da Carlo Petrini nel ritirate il Premio. A partire dall’etimologia della parola “sostenibile” ha infatti così sottolineato: “Il termine deriva dalla parola inglese sustainable, noi italiani l’abbiamo tradotta in sostenibile e quindi pensiamo che l’etimo della parola sia sostenere. Invece sustainable deriva da sustain, il pedale del pianoforte che allunga la nota. Hanno ragione i nostri cugini, i francesi, che traducono sustainable con durable, che dura di più, duraturo.  Voglio dire che ogni nostra azione deve essere fatta in maniera per cui il risultato abbia una durata più lunga, quindi, avere a cuore l’ambiente è avere a cuore la biodiversità del nostro Paese. Qui entra in gioco il mondo della ristorazione, che ha una missione importante: difendere questo patrimonio, avere un rapporto di relazione con produttori, contadini e pescatori. Si tratta di una cosa che si fa già, ma dovrà essere implementata ulteriormente per superare quell’intermediazione parassitaria che, al momento, è quella che mangia la torta più grande. Tutte le aziende devono sostenere questa biodiversità, perché in questo c’è la vera sostenibilità, nel rapporto con i produttori […]”.